sabato 27 ottobre 2012

Corruzione, il peso di una responsabilità condivisa



In seguito alla bocciatura del CSM al ddl Severino contro la corruzione, la commissione Giustizia e Affari Costituzionali di Montecitorio è al lavoro per apportare gli opportuni emendamenti a questa legge che è necessaria per riconfermare la giusta dignità ed il rispetto che il nostro Paese si merita.
Il testo presentato infatti aveva molte lacune in campo di concussione, autoriciclaggio e corruzione per induzione.

La corruzione, che i dizionari più accorti definiscono guadagno privato illecito a scapito di interessi  pubblici, non è di certo un fenomeno solo italiano e moderno: dall'oracolo di Delfi a Giuda con i suoi 30 denari la storia dell'uomo è costellata di corrotti e corruttori.

Ciò che però distingue la moralità delle società non è quindi il fenomeno in se, presente purtroppo in tutte, ma i metodi che si adoperano per sconfiggerlo o comuque ridurlo.

In Italia ogni anno si bruciano circa 60 miliardi di euro( per capirci la manovra lacrime e sangue di Monti dell'estate scorsa è costata 10 miliardi di euro), che si potrebbero utilizzare per la ricerca, il sociale, l'istruzione o per il pagamento degli interessi sul debito.

Voglio farvi viaggiare un pò: Malesia,  Seychelles, Barhein, Samoa, Ghana, Costa Rica, Taiwan, Bostwana, Chile, Uruguay, Namibia. Elenco di Repubbliche delle banane? Macché, elenco di Stati che sono meno corrotti dell'Italia.

Il premier Monti ci ha rivelato che, in una telefonata con un emiro del Qatar, in seguito alla scelta di  quest'ultimo di investire ingenti capitali in Italia, gli ha chiesto perché il Qatar non avesse investito prima in Italia. La risposta che l'arabo ha dato è molto laconica: corruption.

In Europa , secondo l'indice di percezione della corruzione di Transparency International, ci superano in gravità solo la Grecia, la Romania e la Bulgaria. Consoliamoci, non siamo ancora gli ultimi anche con questo fattore.

Come sarà possibile che uno Stato come l'Italia, di cui non voglio ripercorrere la straordinaria storia, la gastronomia e il suo genio artistico, sia finita in queste condizioni?

Solo colpa della dominazioni straniere nell'epoca moderna? Del lassismo dei gesuiti della controriforma? Dell'antagonismo costante verso lo Stato di una certa parte geografica della nostra penisola?

Solo colpa della nostra scadente classe politica?

C'è del vero in tutte queste domande ma la risposta può risultare, a mio avviso, un pò più diretta. La colpa è innanzitutto della nostra società, di noi stessi.
Sfido uno qualsiasi dei dieci lettori di questo mio articolo di negare il fatto che anche nella sua famiglia ci siano stati atti di corruzione. Se non con soldi , con  favori. Quale vostro lontano cugino non ha mai telefonato all'ente pubblico di turno per chiedere l'assunzione di un suo familiare? In quanti  di voi dentista pagano il prezzo con l'Iva e non quello pattuito con loro senza le tasse?
In Italia non ci ribelliamo alla corruzione con giusta enfasi perché in troppo traggono benefici da questa pratica illegale ed immorale. In troppi ma non la maggioranza.

Sostengo a pieno la nuova legge che, con le opportune modifiche, passerà lunedi alla Camera ed al Senato, ma credo che l'unico strumento efficace per abbattere questa piaga italiana sia insita in una rivoluzione culturale degli italiani, a partire dalla scuola , dalle Università, non solo dando esempi di grandi personalità integre che hanno fatto la storia della vita pubblica italiana: De Gasperi, Berlinguer, Moro, Almirante, ma elogiando tutte quei lavoratori onesti che ancora oggi sulla fermezza dei loro valori tengono alto questo nostro Bel Paese.


Francesco Piccat

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