venerdì 7 dicembre 2012

La versione di Jean Claude TRICHET


L'atmosfera è stata quella delle grandi occasioni, servizio stampa internazionale, location esclusiva( rettorato dell'Università di Torino) pubblico di alto livello, gestione impeccabile.

Relatore della ' Lecture Spinelli' di quest'anno è stato Jean Claude Trichet, ex Governatore della Banca di Francia dal 1998 al 2003 ed ex Presidente della BCE dal 2003 al 2011, anno in cui gli succedette il provvidenziale Mario Draghi.

Inglese perfetto, forte abilità oratoria. Non nego di essere arrivato molto prevenuto all'incontro con Trichet, per me il banchiere francese che ha tenuto per troppo tempo i tassi d’interesse alti.
Unico mio rammarico per l'evento: ero uno dei tre giovani in sala (gli altri due erano giornalisti). Molti altri erano fuori, belavano slogan su argomenti troppo difficili per esser trattati in strada, contro un uomo e delle politiche economiche che secondo me non riescono a capire a pieno. Sono profondamente rammaricato per questa mia generazione, che in un'occasione importante per l'università come questa invece di parteciparvi attivamente e criticare ascoltando e conoscendo, preferisce inveire contro non si sa bene cosa e tirar fuori cartelli per la Verdi 15 occupata, scempio di ogni diritto e di civiltà. La realtà è molto più complessa di quanto la vogliate semplificare.

Trichet debutta in francese citando il De Eloquentia di Dante, dicendo che il francese è un italiano germanicizzato e che purtroppo sarà costretto a parlare in inglese, lingua più adatta per l'economia.
Loda l'operato della BCE sottolineando il miracolo di esser riusciti a tenere l'inflazione al 2% considerando il mercato europeo composta da 70 milioni di cittadini.
Sottolinea i dati positivi dell'Euro, dai tassi di interesse sul debito più bassi e alla maggiore stabilità rispetto alle valute precedenti.
Confronta la nostra situazione con quella di altre economie avanzante, Usa e Giappone, sostenendo che dal 1999 abbiamo avuto un maggiore incremento dei posti di lavoro (14 milioni zona euro, 9 Usa) e indica che dobbiamo trovare una soluzione per il grande squilibrio tra disoccupazione dei giovani rispetto agli adulti.

Il nucleo principale del suo intervento risponde però a questa domanda: Perché la crisi si è spostata da finanziaria ad economica e dagli Usa agli Stati Europei?
Prende in considerazione sei aspetti:

-Il patto di stabilita e crescita non è stato rispettato. Quando si progettò l'unione monetaria non si pensò o non si volle progettare un'unione politica, quindi nessun bilancio comune. Ancora nel 2003-2004 Francia, Italia e Germania pensavano che il patto di stabilità fosse inutile e nel suo primo discorso al parlamento europeo lo difese duramente.

-La governance eurozona non comprendeva indicatori di competività, di squilibri interni e dei valori nominale del prezzi. Conseguenza diretta, tendenza di divergenza all interno dell eurozona: nessun quadro stabilito per il monitoraggio dei costi unitari del lavoro e di altre variabili nei vari pasi. Ora è impossibile non rianllinearsi.

- Livello alto di compensazione tra marchio sovrano e banche. Tutte le banche hanno i loro titoli e dipendono dalla ricchezza interna. Nella situazione di crisi si è scoperto che tutte le banche erano fragili e influenzate negativamente dalla sitiazione esterna. Chi ha pagato alle fine è lo stato, coiè i contribuenti. Serve assolutamente l' Unione bancaria.

- L’Europa non aveva strumenti di controllo della crisi, non si immaginava di averne una così grave in quel momento, si è dovuto inventare la soluzione quando il problema era in corso. L’assenza di struttura federale ha allungato di molto i tempi, il fondo salva stati è arrivato in ritardo.

- Insoddisfacente completamento del mercato unico, soprattuto per i servizi. Per i 17 paesi euro è estremamente importante, in mercato unico incompleto le economie possono essere isolate e quindi possono perdere competività interna ed esterna.


- L’Europa necessita di riforme strutturali non ancora fatte, l’agenda di Lisbona non è stata un successo, il programma per il 2020 non è stato perseguito come previsto.


Alcune proposte di Trichet: standardizzare i sussidi per disoccupati per non creare ingiustizie e iniquità fra i vari paesi,creare un budjet federale.
E’ daccordo sugli eurobond, sono per lui una forza di deterrenza, benchmark per il marchio europeo.

Difende a spada tratta il fiscal compact, le sanzioni e la troika dicendo che scelte scellerate di alcuni Stati dell’eurozona hanno influenze negative anche sugli altri e quindi è necessario intervenire come si può.
Se un parlamento si comporta in modo non appropriato crea una situazione in cui altri paesi dell’ eurozona hanno minore stabilita e prosperità.La situazione critica legittima gli altri paesi a chedere le sanzioni. Se un paese comunitario ostacola se stesso, ostacola tutti gli altri.


In questi ultimi mesi si è deciso di non applicare più le sanzioni ma di spostare la sovranità con l’invio dei commissari della cosiddetta troika (FMI, BCE e Commissione Europea). Le decisioni non più prese dal parlamento ma il meccanismo decisionale è a livello federale. La Commissione Europea fa rapporto, ha praticamente il monopolio della proposta. Se il consiglio la ritiene sensata, l’ ultima parola passa Parlamento europeo, sinonimo di sovranità popolare europea.
L’ ultima parola viene dunque lasciata ai rappresentamti del popolo eletti a suffragio universale, i principi di sussidiarietà e democrazia son rispettati.


Non perdita ma spostamento di sovranità. Già con il trattato di Maastricht del 1992 sosteneva che se uno Stato si comporta male rischia un monito.

Riflettiamo su questo punto, che sovranità ha uno Stato che è obbligato a chiedere aiuti ad altri? Da sempre, chi mette i soldi comanda per buona pace di Grecia e Portogallo.

Nella visione di Trichet, la Commissione svolgerebbe il ruolo di governo, Il consiglio la Camera alta e il Parlamento la Camera bassa.
Abbiamo bisogno di un potere federale europeo, necessità pratica piu che ideologica.
Jean monnet diceva che i popoli accetano il cambiamento quando ne sentono la necessita impellente.


Forse, tra le uova e gli slogan lanciati fuori dai cancelli, la critica più pungente l’ha mossa uno studente di Scienze Politiche direttamente in Rettorato a Trichet, chiedendogli come mai quando era a Capo della BCE non abbia abbbassato i tassi d’interesse per così tanto tempo. La sua risposta, laconica“Est-ce que vous voulez parler avec les allemands?”



Francesco Piccat

1 commenti:

  1. molto interessante soprattutto il parallelismo tra organi europei e nazionali però, nonostante anche io speri in una maggiore europeizzazione, la creazione di una "federazione europea" mi sembra ancora molto lontana. se da una parte i governi nazionali non vorranno mai cedere la propria sovranità, dall'altra non c'è ancora secondo me il sentimento popolare di necessità per un tale cambiamento: l'abbiamo visto sia durante la crisi quando ogni stato si è chiuso per badare al proprio gruzzoletto, sia con gli interventi ONU dell'anno scorso in Libia quando l'EU non ha saputo dare un'opinione omogenea..
    bref, c'est bien de rever....
    michela

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