giovedì 27 settembre 2012

Una fiaccola di speranza chiamata Europa




Credo che siano ormai note ai più le violente reazioni di una parte del mondo islamico alla proiezione del film "Innocence of Muslims" e alle vignette su Maometto del settimanale francese Charlie Hebdo e dello spagnolo  El Jueves.


Noi occidentali non possiamo restare inermi di fronte a queste rivolte perché nella nostra era, quella del villaggio globale, siamo connessi con tutto il mondo, che ci piaccia o no. Settimanali apparsi in Francia e in Spagna e un video di pessima qualità di soli 13 minuti su youtube  portano in tutto il mondo islamico migliaia di uomini in piazza a manifestare.
Non si può restare indifferenti di fronte all'immagine del giovane Ambasciatore Christopher Stevens che, morto o morente, viene trascinato da una folla di integralisti pronta a linciarlo.
Se si è arrivati ad attaccare persino una sede diplomatica di cui il capo missione, Stevens, aveva nell'anno scorso fortemente appoggiato, umanamente ed economicamente,  la primavera araba della Libia significa che c'è qualcosa che sfugge di mano. In ogni stato rispettabile la diplomazia è intoccabile, Stevens sapeva persino l'arabo e cercava di aiutare la Libia a costruire uno Stato migliore come ci ricorda Massimo Gramellini nel suo "Buongiorno" a lui dedicato.
La Francia ha inoltre dovuto chiudere per precauzione, come la Spagna, una ventina di sue sedi diplomatiche sparse nei Paesi islamici.

Queste ultime vicende internazionali hanno indotto molti giornalisti e  politici a riflettere su alcuni pilastri su cui sono fondate le moderne democrazie liberali: la Libertà di espressione e di caricatura.

La Libertà di espressione non può però considerarsi illimitata, il diritto internazionale attuale ci dice infatti che le Nazioni Unite possono limitarla nei casi di induzione all'odio razziale, religioso e nazionale.
A titolo personale credo che la satira non rientri nell'inneggio all'odio ma vuole solamente strappare qualche sorriso dando informazioni con linguaggio diverso da quello puramente giornalistico.


 "The innocence of Muslims" ritrae la popolazione islamica in vesti di feroci barbari che uccidono e rubano con Maometto in atteggiamenti davvero poco decorosi.
Ciò che mi lascia perplesso però è il fatto che prima delle reazioni questo film è stato proiettato in un'unica sala cinematografica americana e su youtube quel trailer aveva solo qualche centinaio di clic.
Personalmente però io vorrei riflettere su un altro tema,  quello dell'incontro-scontro delle civiltà.
 Com'è possibile che abbia acquisito tanta popolarità quel video di 13 minuti ?
Fondamentalisti islamici contro le nuove pseudo democrazie dell'africa del nord volevano riconquistarsi il potere sociale delle loro genti?
 Neo conservatori americani desiderosi di dimostrare la violenza generale e insita dell' islam per giustificare un furturo controllo militare maggiore della zona? Entrambe le cose?
 Tutti questi sono interrogativi a cui è davvero difficile rispondere. Personalmente credo che, vista la realtà sociale di quei paesi, concorrano entrambe le visioni.
Tory Jones, pastore protestante già tristemente famoso per aver bruciato copie del Corano, ha voluto sponsorizzare questo film di pessima qualità proiettandone nella sua Chiesa uno spezzone di circa 13 minuti.
Oltre ad andare contro i precetti di tolleranza e civiltà del cristianesimo, questo atto va anche contro il buon senso, una Chiesa deve essere luogo di ascolto e accoglienza, non di propaganda politica.
Un'altra domanda che mi lascia davvero di stucco è perché invece di uccidere un seminatore di odio tale è Tory Jones, la folla ha voluto un vero portatore di pace quale l'Ambasciatore Stevens? Con tutte le cellule sparse per il mondo i fondamentalisti avrebbero benissimo potuto colpire Jones, perché han preferito un diplomatico? Mi sembra ben chiaro che le élite mussulmane, per poter continuare ad esercitare il loro potere sociale e politico, soffochino nel sangue le parole di un testimone di pace e lascino scorrere nel vento quelle di un ignorante razzista. E' molto più facile unire le genti sotto il proprio potere in funzione anti nemico.
Il documentario Fahrenheit 9-11 di Micheals Moor, vincitore della Palma d'oro di Cannes del 2004, arriva tristemente alla stessa conclusione, e cioè che l'amministrazione Bush demonizzò l'islam in generale per poter crearsi un nemico capace di rafforzare il legame sociale tra gli americani e quindi la loro fedeltà al Presidente. Da qui il patriotic act che in nome della sicurezza ha limitato drasticamente molte libertà.
E' evidente che il profeta Maometto qui non centri proprio più nulla ma si ha a che fare con un preciso progetto politico.
Da una parte quindi jihadisti e fratelli mussulmani che inneggiano all'odio contro gli occidentali rei di aver peccato più volte di blasfemia, dall'altra americani a cui fa ben comodo pastori come Jones che inneggiano all'odio contro gli islamici in genere.

In questo scenario tetro io voglio vederci una piccola luce di speranza e la voglio chiamare Unione Europea.

Oltre ad essere geograficamente posta tra gli USA e il mondo islamico, potrebbe diventarlo anche diplomaticamente.

Esorto ogni politico, giornalista e diploamtico europeo a condannare ogni violenza e abuso,ed a difendere rigidamente valori come libertà di espressione, di stampa, di associazione e di credo faticosamente conquistati con il sangue di molti nostri liberi antenati.

Queste Libertà non dovranno mai cadere però nella cieca libertà di insultare il diverso, di demonizzarlo come il malvagio da abbattere, di considerarlo inferiore.

Vorrei che l'Europa si facesse portavoce di quell'umanesismo che partendo da Terenzio (Homo sum, nihil humani alienum a me puto) prendendo forma con il Rinascimento di Firenze, arricchendosi con l'Illuminismo e culminando con la Déclaration des Droits de l'Homme ha sottolineato e sacralizzato un valore tra i più importanti al mondo, quello della dignità di tutti gli esseri umani in quanto tali.

Vorrei  inoltre che l'Europa abbia una effettiva, unica ed indipendente politica estera.

Di fronte a una folla inferocita, a un pastore protestante che brucia un libro o a élites avide di potere voglio ricordarmi che il genere umano ha dato vita anche a personalità come John Locke, Voltaire,  Immanuel Kant, i ragazzi della rosa bianca, i ragazzi di Budapest, De Gasperi, Adenauer, Schumann, Mandela e Gandhi che della tolleranza e del dialogo han tessuto la bandiera della loro vita anche a costo di perderla.



Viva gli Stati Uniti d'Europa

Francesco Piccat

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